Nell'ultimo post avevo accennato al fatto che sono alle prese con alcuni lavori lunghi. Quello che mostro oggi è uno di questi: un vaso di terracotta rotto (in più punti) che ho recuperato riciclando pezzi di piastrelle e di stoviglie rotte, molte delle quali trovate sulla spiaggia del lago, come quelle della campana a vento di qualche post fa.
Non è la prima volta che mi cimento con questo tipo di lavoro; anni fa ho imparato la tecnica di base del mosaico grazie ad un manuale ("MOSAICI" di Elaine M.Goodwin, ed. DeAgostini, collana "Idee per creare") e il mio primo "prodotto"è stato il tavolino trovato in discarica, il secondo la fontana da giardino e poi... e poi mi sono fermata, fino ad ora.
Il motivo è che si tratta di un lavoro piuttosto lungo, per il quale è preferibile (anche se non indispensabile) avere uno spazio dedicato da poter sporcare in libertà e nel quale poter lasciare il lavoro "apparecchiato" fino al suo completamento. Ecco perché preferisco dedicarmici nella bella stagione e all'aperto... ma bisogna contemporaneamente avere il tempo e l'ispirazione necessaria... elementi che non sempre coincidono.
Comunque, questa rara combinazione astrale si è finalmente ripetuta e questa volta ho anche fotografato le varie fasi della lavorazione, se qualcuno volesse provare questa gratificante, versatile ed antica tecnica.
Per il mosaico classico ci sono un'infinità di tipi di tessere che si possono acquistare già pronte; io però preferisco usare (come sempre) materiali di recupero, anche se presentano la difficoltà di non avere spessori e consistenze uguali. Ma in questo caso, questo aspetto mi è tornato persino utile.
Infatti, il mio vaso presentava delle profonde crepe e scheggiature; così ho cominciato proprio da quei punti ad incollare i cocci più spessi. In generale, per incollare le tessere da mosaico, si possono usare diversi tipi di colla, da quella vinilica a quella tipo "attacca-tutto", fino a quelle cosiddette "di montaggio".
Per i mosaici su superfici piane vanno benissimo le prime due, mentre per quelli su superfici curve e/o tridimensionali (come quella del vaso in questione) sono più indicate le ultime perché hanno una presa con effetto "a ventosa", che mantiene in posizione la tessera pur rimanendo riposizionabile per qualche minuto.
Per i mosaici su superfici piane vanno benissimo le prime due, mentre per quelli su superfici curve e/o tridimensionali (come quella del vaso in questione) sono più indicate le ultime perché hanno una presa con effetto "a ventosa", che mantiene in posizione la tessera pur rimanendo riposizionabile per qualche minuto.
Per tagliare e sagomare le tessere, in modo da adattarle allo spazio da ricoprire, si può usare una tenaglia o, meglio ancora, la pinza per mosaico (che io però non ho mai trovato), ovvero una sorta di tenaglia con un molla tra i manici. In entrambi i casi... seguite il consiglio della foto qua sopra. ;)
Bisogna ricoprire tutta la superficie incollando le tessere, senza preoccuparsi troppo se si vede la colla tra una e l'altra, tanto poi le fughe verranno riempite con la malta. Per questa operazione bisogna attendere che la colla sia completamente asciutta, cioè almeno qualche ora, ma leggete le indicazioni riportate sulla confezione.
Le tessere si possono disporre in modo regolare, tagliandole in forme e grandezze simili, soprattutto se si intende comporre un disegno o una geometria; oppure si possono accostare in modo irregolare se, come in questo caso, lo scopo principale è quello di riciclare materiali di recupero e creare un semplice accostamento di forme, colori e fantasie diverse.
Una volta che la colla si è completamente asciugata, si passa a stuccare le fughe, cioè gli spazi tra una tessera e l'altra; più saranno distanziate e più si avranno fughe di larghezza maggiore, e viceversa.
Bisogna preparare una malta seguendo le proporzioni indicate nella foto qua sopra; in una ciotola si mescolano tra loro prima i due ingredienti secchi, a parte si prepara la miscela di acqua e colla vinilica, e poi la si versa nella polvere di sabbia e cemento impastando velocemente con una cazzuola, oppure con le mani protette dai guanti. La colla vinilica è indispensabile per far sì che la malta aderisca su superfici alle quali normalmente il cemento non si attacca, come per esempio il legno.
Ovviamente, per tutte queste operazioni, è meglio utilizzare recipienti e strumenti da dedicare solo a lavori creativi, oppure usa&getta.
Le tessere si possono disporre in modo regolare, tagliandole in forme e grandezze simili, soprattutto se si intende comporre un disegno o una geometria; oppure si possono accostare in modo irregolare se, come in questo caso, lo scopo principale è quello di riciclare materiali di recupero e creare un semplice accostamento di forme, colori e fantasie diverse.
Una volta che la colla si è completamente asciugata, si passa a stuccare le fughe, cioè gli spazi tra una tessera e l'altra; più saranno distanziate e più si avranno fughe di larghezza maggiore, e viceversa.
Bisogna preparare una malta seguendo le proporzioni indicate nella foto qua sopra; in una ciotola si mescolano tra loro prima i due ingredienti secchi, a parte si prepara la miscela di acqua e colla vinilica, e poi la si versa nella polvere di sabbia e cemento impastando velocemente con una cazzuola, oppure con le mani protette dai guanti. La colla vinilica è indispensabile per far sì che la malta aderisca su superfici alle quali normalmente il cemento non si attacca, come per esempio il legno.
Ovviamente, per tutte queste operazioni, è meglio utilizzare recipienti e strumenti da dedicare solo a lavori creativi, oppure usa&getta.
La malta ottenuta deve avere una consistenza piuttosto densa; se fosse troppo liquida potrebbe creparsi in fase di asciugatura, ma se fosse troppo dura farebbe fatica a riempire profondamente le fessure tra i cocci.
Per mosaici su superfici piane la malta può essere stesa con strumenti come spatole o tergi-vetro; per oggetti tridimensionali e soprattutto con tessere di spessori diversi, è meglio applicarla direttamente con le mani protette dai guanti, spalmandola su tutta la superficie, "massaggiando" bene e insistendo sulle fughe per farla penetrare in profondità.
Una volta ricoperta tutta la superficie, bisogna cercare di rimuovere l'eccesso di malta in corrispondenza delle tessere e di livellare il più possibile le asperità tra una e l'altra, soprattutto in caso di cocci con spessori diversi.
Per mosaici su superfici piane la malta può essere stesa con strumenti come spatole o tergi-vetro; per oggetti tridimensionali e soprattutto con tessere di spessori diversi, è meglio applicarla direttamente con le mani protette dai guanti, spalmandola su tutta la superficie, "massaggiando" bene e insistendo sulle fughe per farla penetrare in profondità.
Una volta ricoperta tutta la superficie, bisogna cercare di rimuovere l'eccesso di malta in corrispondenza delle tessere e di livellare il più possibile le asperità tra una e l'altra, soprattutto in caso di cocci con spessori diversi.
A questo punto, la parte più lunga del lavoro è conclusa; bisogna aspettare i tempi necessari per la completa asciugatura della malta, che deve avvenire lentamente per evitare eventuali crepe. Per questo motivo si lascia riposare il mosaico coperto da un foglio di plastica (io ho usato un sacco della spazzatura) per 3-4 giorni.
Trascorso questo tempo, si può scoprire il lavoro e lasciare ancora a riposo per altri 1-2 giorni. Si presenterà però con le tessere velate da una patina di cemento, come si vede nella foto qua sopra.
Per rimuoverla, bisogna spennellare tutta la superficie con una soluzione di acqua e acido cloridrico molto diluita, preparata seguendo le dosi indicate nella foto qua sopra. Il pennello appare rosso perché è vecchio e usato per precedenti lavori, ma la soluzione è completamente trasparente.
E' bene ricordare le seguenti precauzioni di impiego:
- proteggere il piano di lavoro, le mani, gli occhi e gli abiti,
- usare strumenti e recipienti usa&getta o dedicati esclusivamente a lavori di bricolage,
- eliminare immediatamente eventuali residui della soluzione,
- ripulire subito dopo l'uso strumenti, recipienti e piano di lavoro.
La soluzione per la pulitura del mosaico ha un effetto blandamente effervescente che scioglie la patina di cemento; può essere necessario però agire anche meccanicamente strofinando una spugnetta abrasiva (da usare solo per questi lavori), soprattutto in caso di superfici ruvide ed irregolari, come nel caso dei miei cocci riciclati.
Una volta ripulito il mosaico, è necessario sciacquarlo molto bene con abbondante acqua corrente in modo da eliminare completamente qualsiasi residuo della soluzione di pulitura.
E finalmente il lavoro è terminato; la cosa bella è che il mosaico ha una lunga durata, è resistente, è adatto sia per ambienti interni che esterni, e non ha bisogno di particolari manutenzioni e cautele.
Io userò questo vaso come piedistallo di un altro vaso, e per questo motivo l'ho fotografato sempre in posizione capovolta e non mi sono preoccupata troppo di rifinire in modo più preciso i bordi. Ma i bordi sono il punto più delicato di qualsiasi mosaico, quindi è bene porre attenzione a compattare e livellare bene la malta, soprattutto se il vaso decorato in questo modo sarà soggetto a spostamenti frequenti o se semplicemente avrà i bordi in bella vista.
E finalmente il lavoro è terminato; la cosa bella è che il mosaico ha una lunga durata, è resistente, è adatto sia per ambienti interni che esterni, e non ha bisogno di particolari manutenzioni e cautele.
Io userò questo vaso come piedistallo di un altro vaso, e per questo motivo l'ho fotografato sempre in posizione capovolta e non mi sono preoccupata troppo di rifinire in modo più preciso i bordi. Ma i bordi sono il punto più delicato di qualsiasi mosaico, quindi è bene porre attenzione a compattare e livellare bene la malta, soprattutto se il vaso decorato in questo modo sarà soggetto a spostamenti frequenti o se semplicemente avrà i bordi in bella vista.
Allora, vi è venuta voglia di provare?
A presto! =)
A presto! =)