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Riciclo velocissimo indumenti smessi: il paraspifferi, senza forbici né ago&filo

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Sono in una delle mie fasi di decluttering intensivo, che questa volta in particolare sembra quasi un raptus incontenibile: niente sfugge alle mie grinfie. E, a differenza delle volte precedenti, sto cercando di riusare/riciclare SUBITO ciò che prendo in mano, senza limitarmi a spostarlo/trovargli un nuovo posto. E, udite udite, sto anche buttando via alcune cose accumulate in attesa di trasformazione.


Protagonisti indiscussi di questi giorni sono gli indumenti smessi: abiti ormai piccoli delle creature cresciute, pantaloni bucati e strappati, magliette orrendamente macchiate indelebilmente (perché se sono poco macchiate indelebilmente le recupero con la pittura su stoffa), vecchie e smunte coperte, ecc... Questa categoria di materiale da riciclare si è guadagnata questo "onore" anche e soprattutto a causa della sua quantità; infatti non ho solo gli indumenti della mia famiglia (e siamo in 4 persone), ma anche quelli di amiche (e relative famiglie) che sanno che prima della discarica ci sono io.

Ma veniamo al soggetto di questo post: il paraspifferi, ovvero quel "salsicciotto ripieno" che si mette in inverno davanti alle finestre per evitare che entrino per l'appunto gli spifferi d'aria.
E non è certo un'idea né geniale né innovativa quella di riempirlo di stracci, dato che le nostre nonne lo facevano già dalla notte dei tempi.
Ma io ho usato un metodo velocissimo per realizzarlo (circa un quarto d'ora), che inoltre mi consente eventualmente di ri-usare gli indumenti che lo riempiono in un secondo momento, dal momento che non vengono né tagliati né cuciti. In ogni caso, rende più agevole il lavaggio e soprattutto l'asciugatura dell'interno, dato che si può "smontare" completamente in un attimo.

paraspifferi riciclo indumenti 2

1. Ho disposto sul tavolo gli abiti piegati sommariamente, stendendoli e sovrapponendoli leggermente, fino a formare un rettangolo lungo quanto la lunghezza del vano della finestra in cui dovrà essere utilizzato il paraspifferi e largo una quarantina di centimetri; quest'ultimo dato dipende dallo spessore che dovrà avere il "salsicciotto"... io mi sono regolata a occhio.
2. Ho arrotolato il "puzzle" di vestiti cominciando da uno dei lati lunghi.
3. Ho bloccato il rotolo ottenuto con degli elastici disposti a distanze regolari cominciando da una estremità.
4. Ecco il serpentone legato come un arrosto.

paraspifferi riciclo indumenti 3

Io avevo in giro un copri-paraspifferi fatto all'uncinetto più di una ventina di anni fa e mandato quasi subito in pensione; è lavorato in modo semplicissimo, ovvero con due giri di sole maglie alte alternati ad un giro composto da *1 maglia alta - 1 catenella - 1 maglia alta saltando una maglia di base* ripetuto per tutto il giro.
Se non si ha, o non si vuole realizzare, un involucro all'uncinetto o ai ferri si può anche usare la gamba di una calzamaglia, le maniche di un vecchio maglione, un rettangolo ricavato da una vecchia coperta cucito sul lato lungo.
Per chiudere le estremità del mio paraspifferi io ho usato due laccetti che fino a poco prima erano la coulisse di un pantalone finito arrotolato nel "ripieno".

paraspifferi riciclo indumenti 4

Ed ecco il mio serpentone al suo posto. Se fosse destinato alla cameretta dei bambini si può anche rivestire con un involucro lavorato all'uncinetto come in questo caso, ma un po più grazioso e spiritoso come Vanessa la serpentessa.
Questo è un metodo velocissimo per riciclare vecchi abiti smessi; un modo mediamente svelto è quello di tagliarli in modo da formare una striscia continua di fettuccia da lavorare all'uncinetto o ai ferri, e una maniera molto meno rapida, ma di grande soddisfazione, è il patchwork senz'ago.

A presto. =)




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